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25
APRILE: FESTA DELLA LIBERAZIONE
1945 L’ITALIA è FINALMENTE LIBERA. DALL’OPPRESIONE
NAZIFASCITA
LA GUERRA è FINITA
EVVIVA IL 25 APRILE
buona festa della Liberazione
LIBERTà, LIBERAZIONE
DA 77 ANNI SE L’ITALIA E’ IN DEMOCRAZIA E GLI
ITALIANI/E, TUTTI E DI OGNI IDEOLOGICA POLITICA, POSSONO
GODERE DI QUESTA LIBERTà DEBBONO RINGRAZIARE IL 25 APRILE
E LA RESISTENZA COI SUOI PARTIGIANI E I SUOI MORTI.
CHE CI HANNO LIBERATO DALL’OPPRESSIONE NAZIFASCISTA.
20 anni di oppressione dittatoriale con 5 anni di guerra!
MORTI, DISTRUZIONE, FAME, MISERIA, TUTTO QUELLO CHE OGGI
IL POPOLO UCRAINO E ALTRI POPOLI STANNO SOFFRENDO E NOI
NE SIAMO INORRIDITI.
PIEGHIAMO LA TESTA IN ONORE DI DONNE E UOMINI CHE
HANNO LOTTATO CONTRO I CRIMINI NAZIFASCISTI DANDOCI LA
LIBERà, ANCHE SE A VOLTE PURE LORO HANNO COMMESSO
QUALCHE COSA CHE NON VA.
PIEGHIAMO IL CAPO. E MEDITIAMO
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PALAZZO
VENEZIA – ROMA
INAUGURATO IL RESTAURO DELLA FONTANA “VENEZIA SPOSA IL MARE” GRAZIE
ALLA RIGONI DI ASIAGO
Continua a leggere →
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Un viaggio nel tempo e nello
spazio. La “Rivoluzione neolitica” e la raffigurazione
umana A Venezia dal 15 settembre 2018, la grande mostra
“IDOLI. IL POTERE
DELL’IMMAGINE”
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OVUNQUE LIBRI!! #Athens2018
Per chi desidera una nuova occasione per visitare Atene, dal
23 Aprile e per la durata di un anno, ATENE SARA’ LA
CAPITALE DEL LIBRO 2018. Continua
a leggere →
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NOMACHI Le vie dell’anima
Reggia di Monza – Serrone della Villa Reale
Viale Brianza, 2 20090 Monza
Kazuyoshi Nomachi è uno dei più grandi fotografi giapponesi. E’ sempre stato un
fotografo documentarista e ha dedicato tutta la sua vita al tema “della preghiera e della
ricerca del sacro”. Per oltre 40 anni, sin dal suo primo viaggio nel Sahara, quando aveva
venticinque anni, ha rivolto la sua attenzione alle più diverse culture del mondo che
sono espressione dei popoli che vivono nelle terre più difficili e aspre, affascinato dai
grandi spazi e dalla forza di quelle genti. Read the rest of this entry »
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L’A.N.Po.S.Di.,
l’Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali d’Italia
compie quest’anno 63 anni ed inizia a festeggiarlo col consueto
Convegno Nazionale di Primavera – consueto come l’altro, di Autunno
– che iniziato giovedì 21 con le riunioni istituzionali, troverà il
suo culmine nei giorni a seguire, fino a domenica 24, nel corso dei
quali poeti da tutta Italia, reciteranno le loro poesie in nome di
un NON DIMENTICARE di RICORDARE in piena regola le
nostre radici, la nostra cultura, la nostra ‘lingua di latte’, come
definiva il Foscolo il sermo familiaris, la lingua dialettale
di casa di ognuno di noi. Come sempre una pubblicazione che le
raccoglie tutte è già a disposizione dei partecipanti.
Ogni convegno si svolge, volta per volta, in una regione diversa
d’Italia: stavolta è il Veneto, la provincia di Rovigo, ma sarebbe
meglio dire la Regione del Po, il suo territorio splendido,
patrimonio dell’Unesco, visto che tra i momenti particolari dedicati
son previste una visita alla nostra Ferrara ed ai suoi monumenti e
zone più belle ed una escursione in barca lungo i canali interni
dello specchio vallivo del Delta del Po.
In rappresentanza della cultura dialettale ferrarese interverrà la
socia e poetessa dell’A.N.Po.S.Di. Maria Cristina
Nascosi
Sandri, studiosa e ricercatrice linguistico-dialettale da vari
decenni, oltreché redattrice di svariati libri ed articoli,
negli anni, sull’argomento.
Coordinato dal presidente dell’A.N.Po.S.Di., il poeta calabrese
Mimmo Staltari, nel corso delle sue giornate l’evento prevede il
ricordo del 750° centenario della nascita del sommo Poeta,
l’Alighieri, da parte del prof. Chicchi dell’Università la Sapienza
di Roma.
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WIRED
NEXT FEST 2015
L’IPERCUBO
Futuro, innovazione e creatività in festa
Milano, 21-22-23-24 maggio 2015. Giardini Indro
Montanelli, Corso Venezia 55
Un’esperienza aperta a tutti per celebrare
l’innovazione, la tecnologia e l’eccellenza
come elementi chiave per la crescita economica,
culturale e sociale del Paese
Wired Next Fest - che nella seconda edizione del
2014 ha fatto registrare oltre 87mila presenze -
rinnova per il terzo anno consecutivo la
collaborazione tra Wired,
il brand Condé Nast che conta oltre 4.2 milioni di
utenti unici sul sito Wired.it, e il Comune di
Milano - Assessorato alla Cultura e Assessorato alle
Politiche per il Lavoro, Sviluppo economico,
Università e Ricerca.
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AL VIA LA SECONDA EDIZIONE DI NOVA CANTIERI CREATIVI
WORKSHOP | DIALOGHI | CONFRONTI
PER UN NUOVO HUB CULTURALE
NUOVO OPIFICIO VACCARI PER LE ARTI
SANTO STEFANO DI MAGRA (LA SPEZIA) | 15 - 16 MAGGIO 2015
Santo Stefano di Magra, aprile 2015 - Dopo il successo
della prima edizione tenutasi nel marzo
2014, prende il via la seconda edizione di NOVA cantieri
creativi 2015 che con due giornate
evento – 15 e 16 maggio 2015 – animerà gli spazi della
ex Fabbrica Ceramica Vaccari di
Santo Stefano di Magra (SP) attraverso un fitto
programma di narrazioni, tavole rotonde,
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MOTHERS. L’amore
che cambia il mondo
Progetto Fotografico realizzato da
Fabio Lovino per WeWorld. Mostra a cura di
Roberta de Fabritiis
Fino al 16 maggio – Stazione Centrale - MILANO
SALA REALE - BINARIO 21, STAZIONE CENTRALE
"Vergine
madre, figlia del tuo figlio,
di
Maria Cristina Nascosi Sandri
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TORQUATO TASSO, ricordato a 420 dalla
morte
in un volume Electa in uscita a maggio
420
anni son passati dalla morte di Torquato Tasso, insieme con Boiardo
ed Ariosto, il migliore tra gli scrittori ed artisti che
frequentarono la Corte Estense, a cavallo del suo massimo fulgore e
l’inizio del suo declino, culminato tre anni dopo la scomparsa del
Tasso, con la Devoluzione del 1598. Troppo note son le vicende del
grande sorrentino poi trapiantato al Nord per seguire il padre
Bernardo, altro artista, per ricitarle.
Ma come per gli altri scrittori descritti nel nuovo
testo questo mese in uscita della Electa Mondadori,
Vite segrete dei grandi scrittori
italiani, il
libro racconta le vicende meno note e spesso ambigue che si celano
dietro i grandi protagonisti della letteratura italiana in un
periodo che va dal 2/300 per arrivare al secol breve. Dopo i
volumi dedicati da Electa Mondadori alle vite segrete dei grandi
artisti e dei grandi scrittori internazionali, gli autori di
quest’ultimo testo, due giovani trentenni, Tommaso Guaita e Lorenzo
Di Giovanni, hanno raccolto storie bizzarre e curiosi aneddoti su
trentacinque scrittori tra i più grandi e conosciuti del Belpaese
dell’Abate Stoppani, da
Dante Alighieri fino a
Pier Vittorio Tondelli, da Luigi
Pirandello a Giovanni Boccaccio, Alessandro Manzoni, Alberto
Moravia, Elsa Morante, ma anche
Primo Levi e
Oriana Fallaci, insieme a tanti altri autori. A ogni
personaggio è dedicato un capitolo con una scheda completa di dati
anagrafici, segno zodiacale, opere principali, stile letterario e
una sua frase particolarmente rappresentativa. Conoscere i problemi,
i tormenti e i traumi che molti scrittori hanno vissuto può aiutare,
davvero, a volte, a comprendere il loro grande successo e una
lettura in dettaglio delle loro vite, può offrire una visione molto
più ampia della loro personalità rispetto a quanto raccontato
usualmente (e, forse, banalmente, sui manuali di storia della
letteratura.
di Maria Cristina
Nascosi Sandri
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COMUNE, DOMANI INGRESSO
GRATUITO NEI MUSEI CIVICI MILANESI. L’INIZIATIVA
DURERÀ PER TUTTO IL 2015
Assessore Del Corno: ”In questo anno di Expo
ogni domenica sarà un’occasione unica per
conoscere il patrimonio culturale e artistico di
Milano”
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Un’unica tessera per l’ingresso libero e illimitato in
oltre 80 musei e siti di interesse storico e culturale del
territorio lombardo. In vendita a partire dal 19 maggio
2015 .
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#ioleggoperché, la
manifestazione curata dall'Associazione Italiana Editori (AIE) che
si svolgerà a Milano e in altre città italiane il 23 aprile prossimo
all'interno del palinsesto di eventi legati a 'Milano Città del
Libro 2015'.
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Il XXVI Simposio Nazionale di
Primavera del Cenacolo Trentino di Cultura Dialettale,
un evento italiano da non perdere
Elio FOX e Maria Cristina NASCOSI SANDRI – La copertina del
Vocabolario di FOX
( © Photos Franco SANDRI - A.I.R.F. )
Domenica 19 aprile 2015 si terrà a Vattaro di Trento il XXVI
Simposio di Primavera, un evento che ha raggiunto ormai, da tempo,
dimensioni di portata nazionale, vista la presenza sempre più
massiccia ed allargata di molte regioni d’Italia, liete di
testimoniare che la lingua delle loro radici, quella dialettale che
Foscolo definiva ‘la lingua di latte’, non è morta, ma, anzi, vive e
sopravvive coerentemente e d’intesa con i cambiamenti creati dalla
nuova società multietnica. Protagonista, dunque, per il
ventiseiesimo anno la Cultura Dialettale Italiana in ‘forma di
poesia’ – in primis quella Trentina ideatrice ed ‘ospite’
della manifestazione ab ovo, coordinata e presieduta dal suo
massimo esponente, il professor Elio Fox, giornalista, drammaturgo,
saggista, studioso e ricercatore linguistico, ma, soprattutto, anima
appassionata della cultura della sua terra che proprio domenica
presenterà la sua ultima ventennale ‘fatica’, il “Vocabolario
della parlata dialettale contemporanea della Città di Trento”,
il nuovo dizionario dei termini e dei neologismi delle espressioni
dialettali usate dagli abitanti di Trento. “Un vocabolario
- ha dichiarato Fox - deve essere l'interprete della lingua
scritta e parlata corrente e non solo – ma anche – un archivio
storico”. Il nuovo vocabolario, che farebbe felice uno dei
massimi linguisti della Lingua Italiana, il professor Gian Luigi
Beccaria, comprende anche una sezione dedicata alla storia della
toponomastica della città di Trento e una alla nomenclatura
dialettale delle specie animali e vegetali, ma anche degli accessori
per l'abbigliamento, per la casa e dei termini riferiti al lavoro e
alla salute.
Numerosissime le adesioni dal Trentino, dal Veneto, dalla
dall’Emilia Romagna, poeti e poetesse che porteranno le loro liriche
anche dal Centro Italia. Per Ferrara sarà presente, come da ormai 5
lustri,
la poetessa e ricercatrice linguistico-dialettale Maria Cristina
Nascosi Sandri, tra i past presidents del cenacolo
estense ed ideatrice e coordinatrice della feconda stagione di
AR.PA.DIA., l’Archivio Padano dei Dialetti del Comune di
Ferrara, oltreché membro attivo e redazionale dell’A.N.Po.S.Di.,
l’Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali d’Italia.
Un evento, enfin, davvero imperdibile e ben riconducibile ad
un’ormai ben consolidata tradizione, un NON DIMENTICARE di RICORDARE
che le nostre lingue dialettali sono le nostre irrinunciabili radici
e traits-d’union che, insieme, han ‘fatto’, seppure in parte,
l’Italia di ieri e di oggi, patrimonio da affidare alle generazioni
che verranno, il nostro futuro.
Maria Cristina NASCOSI SANDRI
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ALLA BIBLIOTECA AMBROSIANA di MILANO
DAL 14 APRILE AL 12 LUGLIO 2015
In mostra il Virgilio di Petrarca: i temi di EXPO
nei codici miniati
L’esposizione presenta 15 manoscritti, riccamente
miniati, tra i più preziosi al mondo, prodotti dalle più varie
tradizioni iconografiche ebraiche e greche, latine, arabe e
italiane che riflettono sull’arte, la scienza e la fede.… Leggi
il resto di questo post
→ r
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Indirizzo: Via
J. Ruffini, 3, Genova Telefono:010
580069
Villa Croce ritorna
a essere una dimora privata arredata con
mobili di designper
ospitare quasi cento opere da una
straordinaria collezione genovesemai
prima presentata in pubblico.
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21 marzo 2015, Giornata mondiale della POESIA
e 84° compleanno di ALDA MERINI
Il 21 marzo è la Giornata Mondiale della Poesia e
secondo gli esperti, quest’anno è il secondo giorno di primavera. Ma
sarebbe anche l’84° compleanno di una delle migliori poetesse degli
ultimi tempi, Alda Merini, personalità anomala nell’àmbito di una
delle Arti più nobili, ad un tempo, tra le più disertate e,
tantomeno, comprese. Ma ALDA MERINI è stata, è una poetessa
fuori dal tempo, al di là di ogni tempo….Ci ha lasciato, orfani di
sapere, sensibilità ed amore, il I novembre 2009. Per questo a
seguire, si propone una sua bella poesia, per non dimenticare di
ricordarla, oltre la morte…
Ti aspetto e ogni giorno…
Ti aspetto e ogni giorno
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
Mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza
no, è qualcosa di più:
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare
Maria Cristina Nascosi
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Alle
origini del gusto. Il Cibo a Pompei e nell’Italia antica
Asti, Palazzo Mazzetti - 7 marzo – 5 luglio 2015
L’idea di una mostra ad Asti sull’alimentazione nel
mondo antico si ispira alle linee guida dell’Expo 2015
di Milano: “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”,
quando ricordano che “la qualità e la genuinità del cibo
vanno di pari passo con la tradizione consolidata nelle
attività di coltivazione e di allevamento dei popoli e
delle comunità locali, frutto di esperienze millenarie
sulle quali oggi si innestano forti innovazioni
scientifiche e tecnologiche”.
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A
GALLARATE (VA) DAL 13 AL 24 MARZO 2015
TORNA LA SETTIMANA DELLA SCIENZA - IX
edizione
#settimanascienza2015
INTELLIGENCE è il tema scelto per quest’anno, attorno a cui
ruoterà un ricco programma aperto al pubblico, come
conferenze, spettacoli, mostre, prove al simulatore di volo,
giochi matematici e molto altro ancora.Read
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EXPO IN
CITTA'. DOMANI AL CASTELLO PRESENTAZIONE DEL CICLO DI LEZIONI D'ARTE
SU "LEONARDO.UNA VITA" PROMOSSE DAL FAI
Milano, 23 febbraio 2015 - Domani, martedì 24
febbraio, alle ore 11,30, presso la leonardesca Sala delle Asse al
Castello Sforzesco (con ingresso dalla biglietteria dei Musei del
Castello), eccezionalmente aperta per l'occasione prima dell'avvio
di Expo, si svolgerà la presentazione alla stampa del "Corso di
storia dell’arte 2015", promosso e organizzato dal FAI e curato da
Giovanni Agosti, che indagherà la vita di Leonardo da Vinci
attraverso un affascinate percorso di venticinque lezioni, dal 26
febbraio al 16 dicembre 2015, per illustrare la vita del genio del
Rinascimento italiano, protagonista del programma culturale di Expo
in città.
Saranno presenti:
- Claudio Salsi, Direttore di Settore Soprintendenza Castello, Musei
Archeologici e Musei Storici del Comune di Milano
- Giovanni Agosti, Docente di Storia dell’Arte Moderna – Università
degli Studi di Milano
- Fiorenzo Galli, Direttore del Museo Nazionale della Scienza e
della Tecnologia “Leonardo da Vinci”
- Anna Gastel, Vice Presidente
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Varese WIM WENDERS - “AMERICA”
Dopo
l’esposizione di Turrell e Irwin che ha portato a Varese oltre
70mila visitatori da tutto il mondo, Villa Panza, bene del Fondo
Ambiente Italiano, apre le porte alla fotografia con la mostra
“America”, una selezione di opere fotografiche di Wim Wenders. Il
famoso regista tedesco ha affiancato per tutta la vita all'attività
cinematografica quella di fotografo di luoghi scoperti e vissuti in
ogni parte del mondo. “I paesaggi - spiega lui stesso - danno forma
alle nostre vite, plasmano il nostro carattere, definiscono la
nostra condizione umana. Il mio approccio ai luoghi è molto diverso.
Se devo girare un film e ho in mente una storia, viaggio alla
ricerca di quei luoghi che possono aiutarmi a raccontare quella
storia, e spesso non mi porto dietro nemmeno la macchina
fotografica. Molto diverso invece è quando viaggio, da solo, e
ascolto i luoghi che incontro.” Le 34 foto esposte a Villa Panza
rappresentano solo una ridotta selezione del suo immenso archivio e
sono dedicate all’America realizzate tra gli anni Sessanta e il
2003. Luogo del sogno, della luce, dei grandi spazi che come il
regista affascinò anche l'antico “padrone di casa”, il conte
Giuseppe Panza, tanto da condizionare i suoi gusti artistici e la
sua collezione. Egli spesso affermava che “Se il confronto
dell’opera d’arte contemporanea con un’architettura classica
funziona, vuol dire che la qualità è la stessa. Sono solo due
linguaggi diversi”. Tutte le immagini -
tante in grande formato (fino a cinque metri) da sembrare veri e
propri quadri - si integrano perfettamente con le architetture
ottocentesche, fatte di stucchi e lampadari di cristallo,
documentano ambienti, paesaggi, architetture e strade colte
dall’obbiettivo fotografico di Wenders con uno sguardo acuto e
profondo volto alla contemplazione dell’immensità della natura e
alla potenza della luce. L’idea di questa iniziativa come spiega
Anna Bernardini, Direttore di Villa Panza e curatrice della mostra,
nasce durante il mese di Agosto 2014, quando il regista e la moglie
Donata visitano per la prima volta la Villa, rimanendo affascinati
dal luogo e dalle opere. Le consonanze tra l’America di Wenders e
quella di Panza si svelano e l’idea diventa così un progetto
espositivo. Le fotografie, scattate con una Leica caricata con
pellicole a scorrimento, non subiscono lavori di post produzione: “I
luoghi che voi vedete, sono esattamente come li ho visti io.”, ha
sottolineato l'artista intervenuto alla presentazione stampa. Il
percorso espositivo ha inizio al primo piano della Villa e si
conclude nelle scuderie con un’opera in cinque atti dedicata a
“Ground Zero” (l'area di New York dove fino all'11 Settembre 2001 si
stagliavano le Torri Gemelle abbattute quel giorno da due aerei di
linea dirottati da terroristi) che Wenders ha potuto fotografare
pochi giorni dopo l’attacco. Le macerie fumano ancora, i Vigili del
Fuoco lavorano nella voragine provocata dal crollo, ma la luce del
sole attraversa la drammatica sequenza delle opere come una
preghiera per immagini, che invita alla riflessione più generale
sulla violenza. Come spesso accade, i grandi maestri e i grandi
artisti sono capaci di raccontare con stupefacente semplicità e
chiarezza il percorso, le idee, l’esperienza che accompagna il
proprio lavoro. Wenders è molto profondo. Stupito dell’accoglienza
ringrazia l’Italia per la creatività e gli stimoli che ogni visita
nel nostro paese gli lascia. Sarebbe bello vedere anche le immagini
scattate nei suoi viaggi da noi. La mostra, corredata da un catalogo
di Silvana Editoriale, è dedicata all’amico Dennis Hopper, regista
cinematografico come lui e a Edward Hopper, suo riferimento
artistico. Durante il periodo dell’esposizione si tiene una rassegna
dedicata alla sua cinematografica in collaborazione con
l'Associazione Amici di Piero Chiara e Filmstudio 90. Nota finale:
il grande regista ha ricevuto l' “Orso d'Oro” alla carriera al
Festival di Berlino (denominato “Berlinale”) appena concluso,
durante il quale gli è stato reso giusto omaggio con una
retrospettiva di dieci film e il lavoro fuori concorso “Every thing
will be fine”.
Villa e Collezione Panza - Piazza Litta 1, Varese; fino al 29 Marzo
2015
Orari: tutti i giorni tranne i lunedì non festivi dalle 10 alle 18
Per informazioni
www.wimwendersvillapanza.it
Fabio Giuliani
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Al
Giorno Ebraico della Memoria - 27 gennaio 2015
Per non dimenticare di ricordare…
František Franta Bass
Son Ebreo…
Son Ebreo…
è una poesia scritta da František Bass, piccolo-grande poeta, quando
aveva 11 anni, in campo di concentramento.
Era nato il 4 settembre 1930, a Brno, oggi seconda città dopo Praga,
della Repubblica Ceca e capitale storica dell’antica e cólta regione
della Moravia. Fu veramente un picco-grande poeta: le sue liriche,
tradotte in inglese da Edith Pargeretova, son opere di spessore
incredibile; il dolore, la sofferenza, specie in un bambino, son
esperienze che maturano, rendono adulti anzitempo e Franta –
questo vezzeggiativo fu il suo pseudonimo autoriale - le fermò, per
sempre, sulla pagina scritta, piccoli capolavori di umanità negata
da una delle più atroci prove che l’uomo abbia fatto subire ad un
‘altro’ uomo.Franta
fu condotto a Terezin, (Theresienstadt), il campo di concentramento
dei bambini, il 2 dicembre 1941.
Quel campo, il ‘fiore
all’occhiello’ di Hitler, fu il gioiello della sua mostruosa e
sapiente propaganda: vi si giraron filmati, venivano fatte
regolarmente visite da personaggi di spicco, per mostrare loro che
il nazismo creava talenti, esprimeva cultura, non morte: in realtà i
bimbi venivano poi uccisi – ne furono internati 15.000, si salvarono
in 100 !! - prima del compimento del quattordicesimo anno di età.
Ecco perché il piccolo Franta, che ormai aveva oltrepassato,
seppur da poco quell’età fatidica, venne condotto ad Auschwitz il 28
ottobre 1944 dove morì dopo soli 2 giorni, otto mesi prima della
fine del Secondo conflitto mondiale. La sua poesia che segue è
conservata in una bacheca di vetro nella Sinagoga vecchia di Praga,
una delle culle della civiltà mitteleuropea, la capitale della
Repubblica Ceca che qualche tempo fa, durante un viaggio, ebbi modo
di leggere, per caso. Mi colpii tanto e volli tradurla per proporla
proprio per il Giorno della Memoria di quest’anno. Grande è il
potere di quelle parole, che si potrebbero trasporre in ogni lingua
e dialetto del mondo: dietro ognuna di esse, frutto di orgogliosa
identità da difendere dalla criminale damnatio memoriae, ci
sono un significante ed un significato dal sapore
universale!
Son Ebreo
Son Ebreo ed Ebreo rimarrò.
Anche se morissi di fame,
mai mi sottometterei ad alcuna nazione,
combatterò sempre
per la mia nazione, sul mio onore.
Non mi vergognerò mai
della mia nazione, sul mio onore.
Son fiero della mia nazione,
una nazione più che mai degna d’onore.
Sempre sarò oppresso,
e ancora rivivrò, per sempre.
By Maria
Cristina Nascosi Sandri
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Filippo Juvarra a Torino
a
Palazzo Madama
Fantasia barocca
Fino al 22 febbraio 2015
Certo, fatte le debite proporzioni temporali, senza
Bramante Filippo Juvarra non sarebbe mai esistito. Siam tutti ‘sulle
spalle dei giganti’ per dirla storicamente con Giambattista Vico e
il grande architetto siciliano segue l’algoritmo della Storia.
E Torino,
a 300 anni dal giuramento di Filippo Juvarra,
nominato ‘Primo Architetto Civile’ da Vittorio Amedeo II di Savoia,
il 15 dicembre 1714, ricorda il grande artista a Palazzo Madama
con un emozionante spettacolo di proiezioni video e di suoni che
ripercorre le tappe della sua carriera a Torino. E lo fa con
mezzi tecnologici ad alto livello, con immagini, luci, musica per
un’esperienza carica di significato e unica. L’architetto siciliano
che trasformò Torino in capitale del regno d’Italia con i
suoi capolavori, primo fra tutti la facciata di Palazzo Madama, è
celebrato oggi all’interno della Sala che affaccia sullo Scalone da
lui progettato. Grazie al lavoro di Art Media Studio di Firenze e
degli architetti Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi, Palazzo
Madama mette in scena una spettacolare video installazione che
prende spunto dalle collezioni di disegni di Juvarra conservate
nelle collezioni del museo. Nella Sala Senato saranno
esposti anche i quattro album di disegni che Filippo Juvarra compose
prima della sua partenza per Madrid. Si tratta di volumi composti da
644 fogli realizzati a matita, penna e acquerello tra il 1706 e il
1735.Tutti gli album sono stati digitalizzati ad alta definizione
con una qualità che permette di cogliere, nei minimi dettagli, le
doti eccellenti di Juvarra come disegnatore e la sua inesauribile
fantasia creativa. Schizzi e disegni architettonici, progetti,
paesaggi di fantasia, i cosiddetti ‘capricci’, scenografie, disegni
d’ornato - l’architetto riesce a translare in forma la sua
inventiva di ornatista, mèmore dell’esperienza nella bottega del
padre orafo - vengono fatti dialogare tra loro e correlati alle
architetture realizzate a Torino ed in Piemonte, e soprattutto con
l’intelaiatura architettonica della Sala del Senato. Il pubblico
potrà assistere ad una proiezione audio–video a chiasma ed
evocativa, coinvolgente dal punto di vista emozionale e, in alcune
parti, addirittura interattiva. I disegni prendono vita, si animano
ed interagiscono con gli edifici, con gli oggetti, con i personaggi
della Storia di Torino, che fu, come detto, la prima capitale del
regno sabaudo. Le immagini saranno proiettate su tre lati della sala
del Senato.
La video installazione si articola in nuclei tematici che
affrontano i diversi aspetti della produzione artistica di Filippo
Juvarra: dall’incontro con Vittorio Amedeo II di Savoia, che nel
1714 si trovava in Sicilia per ottenere il titolo regio, alle vedute
di Torino prima dell’arrivo dell’architetto. Talune sezioni sono
dedicate ai progetti architettonici: la Reggia di Venaria e la
palazzina di caccia di Stupinigi, Superga, Santa Cristina,
San Filippo, e le scale monumentali di Palazzo Madama e
Palazzo Reale, al genio di Juvarra, regista della progettazione e
dell’arredo, insieme con i disegni scenografici, le vedute
fantastiche, i disegni di ornato, fino alla storia degli album,
quattro volumi realizzati alla fine della sua carriera ed oggi
conservati a Palazzo Madama.
di Maria Cristina Nascosi Sandri
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Grazie all’impegno e alla collaborazione tra
Fondazione A. De Mari e Comune di Savona
NASCE A SAVONA IL MUSEO DELLA CERAMICA
nello storico edificio quattrocentesco del Monte di
Pietà, aperto per la prima volta al pubblico dopo i restauri ed
ora collegato all’attigua Pinacoteca Civica, a creare un grande
polo museale nel centro storico cittadino
Inaugurazione: martedì 16 dicembre ore 17.00
Ingresso gratuito fino al 6 gennaio 2015
11 dicembre 2014 –
Savona ha un nuovo gioiello d’arte e cultura nel cuore del
suo centro storico: è il Museo della Ceramica, la cui
realizzazione è stata fortemente attesa ed è oggi arrivata
a compimento grazie all’impegno e alla stretta
collaborazione che ha visto la Fondazione A. De Mari e
il Comune di Savona operare fianco a fianco
nella creazione di un polo museale senza precedenti dedicato
alla ceramica ligure, in particolare savonese e albisolese,
con un migliaio di opere di grande valore
artistico, dal XV secolo al contemporaneo, accuratamente
selezionate dalle curatrici Cecilia Chilosi ed Eliana
Mattiauda.
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Così come viene…
di
Olga
Karasso
Confidando nell'interesse, sono lieta di informare che,
modernizzatami, ho appena pubblicato con
Youcanprint
-
sia come e-book che in versione cartacea - la mia recente
fantasia letteraria "
Così
come viene...
". La potete cercare e ordinare sui maggiori siti on
line o direttamente nelle librerie (meno semplice) scegliendo tra
quelli che praticano le condizioni migliori.
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A
Novara dal 29 novembre
2014 sino al 6 aprile 2015
negli spazi del museo Broletto LA MOSTRA tra
scienza ed arte
"IN PRINCIPIO: DALLA NASCITA DELL'UNIVERSO ALL'ORIGINE DELL'ARTE"
La mostra
In Principio,
ideata da Sergio Risaliti, prodotta da Fondazione Teatro Coccia
Onlus in partnership con Codice. Idee per la Cultura, promossa da
Comune di Novara e Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte
nell’ambito del Sistema Culturale Integrato Novarese si giova della
collaborazione di INAF- Istituto Nazionale di Astrofisica e di INGV
- Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ed è sostenuta da
importanti sponsor pubblici e privati, e si avvale di Civita per la
comunicazione.
La mostra
'In Principio. Dalla nascita dell'Universo all'origine dell'arte'
è
una
mostra interamente dedicata a raccontare 'le origini':
la nascita dell’universo, la formazione della Terra e della Luna,
l’origine della vita sul nostro pianeta. E poi, tra le tante specie
viventi, l’arrivo della nostra con l’evoluzione di alcune
“specificità” umane: il linguaggio e la parola, l’arte e il mondo
simbolico.
L’ esposizione del Broletto propone quindi un percorso di milioni di
anni alla scoperta del Big Bang e dell’impulso creativo, in cui
convivono i disegni originali di Galileo Galilei e la
rappresentazione del mito di
Atlante nelle opere del Guercino, le teorie di Newton e
il mito di Medusa.
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VILLA TRISTE. VISITA GUIDATA CON L'AUTORE
«Immaginiamo di non poterci confidare o non poter
esporre le nostre idee a un vicino di casa, a un
amico o addirittura ai nostri stessi familiari. Pena
l’arresto e probabilmente violente percosse.
Immaginiamo di vagare in una città martoriata dai
bombardamenti, dove il cibo scarseggia e l’unica
risorsa è la borsa nera…». |
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Il giornalista e scrittore
Daniele Carozzi
autore del romanzo
Milano 1944: Villa Triste
La famigerata banda Koch
propone una visita guidata
alla Villa di via Paolo Uccello 19
mercoledì 26 Novembre - ore 17,00
Prenotazione obbligatoria:
Libreria Paoline – tel. 02 43 85 12 40
Ingresso gratuito |
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PREMIO PADOVANO DEL
TACCO
Sabato 22 novembre alle 17 nell’Auditorium Modigliani, in via E.
Degli Scrovegni, 30 a Padova
GRUPPO ASSOC.PUGLIESI DI PADOVA
Musica, allegria, intrattenimento. C’è grande attesa per il Premio
Padovano del Tacco, organizzato dall’Associazione Pugliesi Padova.
Sabato 22 novembre alle 17 nell’Auditorium Modigliani, in via E.
Degli Scrovegni, 30 a Padova,
sarà reso un omaggio a chi, pugliese di nascita, ha saputo
realizzare nei più diversi ambiti, a Padova e nel Veneto, quel
personale percorso di vita, non solo professionale, che a suo tempo
l’aveva indotto a lasciare la regione d’origine.
Il
Premio, giunto alla sua terza edizione, è nato da un’idea di Donato
Coluccia, presidente dell’Associazione regionale Pugliesi Padova ed
è stato patrocinato da Comune di Padova, Provincia di Padova,
Regione Puglia, Province di Foggia, Barletta-Andria-Trani, Bari,
Taranto, Brindisi e Lecce. Preziosa la collaborazione di Ascom
Padova - Confcommercio Imprese per l’Italia e di Max Communication
di San Giorgio in Bosco (PD).
A
condurre l’evento saranno Romolo Chiancone, romanziere e ideatore di
un famoso Premio letterario per scrittori esordienti (www.romolo.chiancone.eu)
e Carmen Mancarella, direttore della rivista di turismo e cultura
del Mediterraneo, Spiagge (www.mediterraneantourism.it),
giornalista esperta in marketing territoriale. Riceveranno il premio
“Padovano del Tacco” Giuseppe Maria Ricchiuto, presidente di
Specchiasol, azienda leader nel campo dei prodotti naturali
erboristici, che trae il suo nome da Specchia, un centro della
provincia di Lecce, dove Ricchiuto è nato, Giuseppe Pecere,
psicologo – psicoterapeuta responsabile degli studi di Terapia breve
strategica di Verona, Padova e Bologna e Angelo Montrone, calciatore
professionista dalla brillante carriera che ha giocato anche nel
Padova Calcio. Sarà assegnato un premio speciale al Comune di
Specchia, nella persona del suo sindaco, Rocco Pagliara, mentre
come “Donna di Puglia” sarà premiata la signora Lina Memmo, titolare
di Castello Monaci struttura aperta agli eventi e alle grandi
cerimonie, che si trova nella zona del Salice Salentino dop, in
provincia di Lecce.
Al
termine della premiazione sarà offerto un buffet per la degustazione
di Specialità Pugliesi a cura di Stefano Potenza (che per
l’occasione arriverà dal suo negozio di Legnaro) nel ristobar I
Santi, in via N. Tommaseo, 62 a Padova (www.isantipizzarommpadova.it).
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Caro Corrierino
Gli indimenticabili
personaggi del Corriere dei Piccoli
Saronno (VA) – Fino al 30 novembre 2014
In occasione della
manifestazione “DIRITTI IN GIOCO-DIRITTI IN ARTE” promossa dal
Comune di Saronno per la Giornata Internazionale per i Diritti
dell’Infanzia, è appena stata inaugurata c/o lo spazio temporaneo
del museo Gianetti la mostra “CARO CORRIERINO”, evento a cura del
Museo dell’Illustrazione di Saronno relativo agli indimenticabili
personaggi del Corriere dei Piccoli. La mostra propone ai bambini,
di oggi e, forse, soprattutto, di ieri, una panoramica dei mitici
personaggi che hanno fatto la storia ed il successo delle più
longeve testate dell’editoria italiana per ragazzi.
Fin
dalla sua fondazione
Il Corriere dei Piccoli,
nato come supplemento settimanale della
Domenica
del
Corriere della Sera,
ebbe accanto ai primi eroi stranieri anche i suoi eroi nazionali,
grazie ad un nutrito gruppo di artisti. Tra di essi ne son stati
scelti sette, quelli che
indubbiamente hanno dato vita ai personaggi più famosi che hanno
accompagnato la vita italiana dalla «
belle époque
», alla Prima Guerra Mondiale e quindi alla Seconda Guerra Mondiale.
I nomi che entrano a far parte di diritto della ideale galleria
artistica sono quelli storici di Antonio Rubino, Sergio Tofano (il
grande STO, anche attore e regista di teatro, cinema e televisione),
Giovanni Manca, Bruno Angoletta, Attilio Mussino, Carlo Bisi
e Mario Pompei, suocero di Paola Pallottino, che gli rese omaggio
con l’apertura, nel 1993, a Ferrara, di un museo unico come
fu quello dell’Illustrazione di via Frescobaldi, 40, poi chiuso,
insieme con il Museo Antonioni e quello dell’Architettura, nel 2005
– come qualche Ferrarese di buona memoria ricorderà – per…mancanza
di fondi. Nel percorso in mostra si potranno
scoprire personaggi come Quadratino del grande già nominato
disegnatore ed illustratore Antonio Rubino, BILBOBULL di Attilio
Mussino, il Signor Bonaventura di STO (Sergio Tofano) – qui comincia
l’avventura del Signor Bonaventura - Sor Pampurio di Carlo Bisi, il
Marmittone di Bruno Angoletta e molti altri ancora. Immagini e testi
originali, sapientemente raccontati da Pietro Zanardi,
affascineranno tutti: dai bambini agli adulti, agli appassionati, da
una vita, di disegno, illustrazione e fumetto.
Orario mostra: da martedì a venerdì
15.00-18.00, sabato 15.00-19.00.
Aperto, last but not least, anche domenica 30 novembre
15.00-18.00
di
Maria Cristina Nascosi
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Walter
Bonatti
Fotografie dai grandi spazi
dal 12 Novembre
2014 all’8 marzo 2015
Sta
per aprirsi a Milano, in Palazzo della Ragione, in piazza Mercanti,
a pochi passi dal Duomo, l’esposizione dal titolo Walter Bonatti.
Fotografie dai grandi spazi, che con l’ausilio di video,
documenti inediti ed un allestimento particolarmente coinvolgente,
ripercorre il racconto visivo, le vicende esistenziali e le
avventure di un grande italiano, uno di cui andare
veramente fieri, alpinista ed esploratore invidiatoci da tutto il
mondo.
Walter Bonatti era nato a Bergamo nel 1930. La sua grande
passione per la montagna - comune a tutti i bergamaschi doc,
montanari nel dna - lo aveva portato a condurre centinaia di imprese
alpinistiche. Nel 1951 la sua prima grande: con Luciano Chigo scala
la parete est del Grand Capucin nel gruppo del Monte Bianco. Nel
1954 Bonatti è il più giovane partecipante alla spedizione
capitanata da Ardito Desio, che porterà Achille Compagnoni e Lino
Lacedelli sulla cima del K2. Nel 1955 scala in solitaria e per la
prima volta assoluta il pilastro sud del Petit Dru, sempre nel
massiccio del Monte Bianco. Fa parte delle guide di Courmayeur.
Nell’inverno del 1965 scala in solitaria la parete nord del Cervino
su una via fino ad allora inesplorata. Fu questa la sua ultima
impresa di alpinismo estremo.
Successivamente si dedicherà all’esplorazione ed all’avventura come
inviato del settimanale Epoca fino al 1979. A partire dagli anni ‘60
pubblica numerosi libri che narrano le sue imprese alpinistiche,
veri e propri fotoreportages da grande Autore.
Muore a Roma il 13 settembre 2011, all’età di 81 anni.
Le immagini in mostra testimoniano, dunque, oltre 30 anni di viaggi
alla scoperta dei luoghi meno conosciuti e più impervi della Terra e
raccontano una passione travolgente per l’avventura e della ricerca
del sé più recondito, insieme con la straordinaria professionalità
di un grande video-cronista, se si passa il piccolo calembour.È
davvero impossibile separare il ricordo di Walter Bonatti da quello
delle sue fotografie. Ed è sorprendente scoprire quanto la sua
figura e le sue imprese siano radicate nella memoria di un pubblico
variegato e per età e per interessi. La persistente popolarità di
Bonatti ha, in ogni caso, più di una spiegazione. Imparò a
fotografare e a scrivere le proprie avventure con la stessa
dedizione con cui si impadronì dei segreti della montagna: alpinista
estremo, spesso solitario, ha conquistato l’ammirazione degli uomini
ed il cuore delle donne, affascinando nello stesso tempo
l’immaginario dei più giovani. Il mestiere di fotoreporter
per grandi riviste italiane, soprattutto per il noto settimanale Epoca
– un po’ il Life italiano, per intenderci, il magazine
d’eccellenza con cui aveva lavorato il grande Robert Capa - lo
portò a cercare di trasmettere la conoscenza di luoghi estremi del
nostro pianeta, ‘riuscendo a trasmettere’, al contempo, se stesso ed
il proprio percorso esperienziale.Mai smise di battersi con forza
per tramandare la vera storia, troppe volte nascosta, della
conquista del K2 e del tradimento dei compagni di spedizione.Molte,
tra le sue folgoranti immagini, sono grandiosi ‘autoritratti
ambientati’ ed i paesaggi in cui si muove sono insieme luoghi di
contemplazione e di scoperta. Bonatti si pone davanti e dietro
l’obiettivo, regista di sé e del mondo: in un modo del tutto
originale, fu in grado di rappresentare la sua fatica e la gioia per
una scoperta, ma al tempo stesso seppe cogliere le geometrie e le
vastità degli orizzonti che andava esplorando, commentando
mirabilmente il tutto con affabulazioni d’imprese affascinanti e
impossibili.
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La nascita di MAGNUM
Robert
Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger, David Seymour
A cura di Marco Minuz
Cremona, Museo del Violino - Dal 31 ottobre 2014
all'8 febbraio 2015
Questo
2014, che è diventato l’anno-omaggio per eccellenza a due grandi
della fotografia, variamente ‘citati’ su queste pagine, Robert Capa,
Henri Cartier-Bresson, tra gli inventori del fotoreportage a
360°, chiude ancora con loro e con una mostra bellissima che esplora
la nascita della più celebre agenzia fotografica del mondo, la
Magnum Photos, di cui essi stessi furono tra i fondatori.
Si svolge al nuovo Museo del Violino di Cremona grazie
alle immagini di coloro che di quella nuova, grande avventura furono
i primi protagonisti. Un percorso ospitato all’interno di questa
nuova struttura museale che rimarca il legame antico ed
indissolubile fra Cremona ed un’arte antica e nobile tutta italiana,
quella della Liuteria.
Il
22 maggio del 1947, dopo alcune riunioni presso il ristorante del
MoMA, the Museum of Modern Art di New York, viene iscritta al
registro delle attività americane la “Magnum Photos Inc”, nome che
prendeva spunto dalla celebre bottiglia di champagne. A
firmare erano Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger,
David Seymour e William Vandivert. Prendeva vita una realtà che
era la concretizzazione di una lunga riflessione avviata da Robert
Capa durante la guerra civile spagnola e che, negli anni, era stata
estesa anche ai fotografi che frequentava.
Un progetto che si fondava sulla tutela del lavoro del
fotografo e sul rispetto degli associati diritti fotografici.
Attraverso la formula della cooperativa, i fotografi diventavano
proprietari del loro lavoro, prendevano decisioni collettivamente,
proponevano autonomamente alle testate i propri lavori per non
essere assoggettati alle esigenze editoriali delle riviste e
rimanevano proprietari dei negativi, garantendo così un pieno
controllo sulla diffusione delle immagini. Un controllo che si
estendeva anche ad un minuzioso controllo dei testi delle didascalie
associate alle foto ed al perentorio divieto di manipolare le
immagini. Con questi presupposti, e con la qualità del lavoro dei
suoi soci, Magnum divenne ben presto un riferimento nel mondo del
foto-giornalismo.
Essa rappresentava così una diretta conseguenza del
grande sviluppo nella stampa illustrata e delle agenzie
foto-giornalistiche avvenuto durante i due conflitti mondiali.
Fin dai suoi esordi viene prevista, per ogni fotografo,
una suddivisione geografica dove operare: Henri Cartier-Bresson in
Oriente, David Seymour l’Europa, William Vandivert l’America, George
Rodger il Medio Oriente e l’Africa e Robert Capa piena libertà
d’azione nel mondo.
L’avventura di Magnum, o meglio gli esordi di essa,
viene raccontata al Museo del Violino da un corpus di ben
centodieci fotografie che rappresentano una vera eccezionalità:
per la prima volta infatti i primi reportages dei fondatori
di Magnum vengono raccolti assieme, permettendo di costruire uno
straordinario spaccato sull’avvio di questa agenzia. Inoltre è
occasione per avviare una riflessione sul ruolo del fotogiornalismo
e sulle trasformazione che Magnum innescò in questo settore.
Ad introdurre il percorso espositivo è una sezione
dedicata a Robert Capa‘ before Magnum’, con celebri immagini
della guerra civile spagnola, di quella del conflitto fra Cina e
Giappone e della seconda guerra mondiale. A seguire, quattro
selezioni legate ai primi reportages realizzati di Rodger,
Cartier-Bresson, Seymour e dallo stesso Capa per Magnum. Si tratta
del reportage di Capa dedicato alla nascita dello stato di
Israele con una particolare attenzione ai campi di rifugiati, il
reportage di George Rodger dedicato alla tribù dei Nubas in
Sudan, il lavoro di Henri Cartier-Bresson dedicato all’India con le
ultime fotografie scattate a Gandhi prima che fosse assassinato nel
gennaio del 1948 ed infine le fotografie di David Seymour incentrato
sulle conseguenze del secondo conflitto mondiale in Europa, con una
particolare attenzione al dramma degli orfani di guerra.
La mostra sarà arricchita da una serie di iniziative
dedicate ad approfondire il lavoro di ognuno di questi grandi
fotografi, ma contemporaneamente offrire occasioni di riflessione
sul ruolo del fotogiornalismo.
Il catalogo, èdito da Silvana Editoriale, raccoglierà
una serie di interviste ad importanti figure del mondo della
fotografia a livello internazionale incentrate sul ruolo del
fotogiornalista. Come afferma Marco Minuz, il curatore della mostra,
“…questo progetto, reso possibile grazie ad una forte partnership
con Magnum, permetterà al visitatore di comprendere un passaggio
fondamentale della storia del fotogiornalismo che la nascita di
Magnum rappresenta. Per la prima volta questi reportages vengono
messi a confronto, permettendo di cogliere le straordinarie
personalità di questi fotografi, mentre, al contempo, riflettono sul
ruolo del foto-giornalismo nel mondo dell’informazione”.
Info: apertura dal martedì al giovedì dalle 10.00 alle 18.00;
dal venerdì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00. Lunedì chiuso.
Chiuso il 25 di dicembre ed il 1 di gennaio.
di Maria Cristina
Nascosi Sandri
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STEVE McCURRY OLTRE LO SGUARDO - Villa Reale
di Monza Secondo Piano Nobile
www.mostrastevemccurry.it
30 ottobre 2014 – 6 aprile 2015
La
prima rassegna italiana dedicata a Steve McCurry, allestita a
Milano a Palazzo della Ragione nel 2009, ha offerto al grande
pubblico la possibilità di scoprire la sua straordinaria produzione
fotografica, ben oltre quella vera e propria icona che era già la
ragazza afghana dagli occhi verdi, apparsa qualche anno prima
sulla copertina di National Geographic. A quel primo appuntamento
espositivo ne sono seguiti altri, in varie città italiane, che hanno
ogni volta ampliato la conoscenza del suo vasto repertorio, messo in
scena nei più diversi contesti con suggestivi allestimenti.
A cinque anni di distanza sono più di 500.000 i visitatori di quelle
mostre; ma nel frattempo Steve McCurry ha vissuto una stagione
particolarmente produttiva della sua ormai più che trentennale
carriera di fotoreporter, con incarichi prestigiosi come il
calendario Pirelli 2013 e il progetto The last roll realizzato con
l’ultimo rullino prodotto da Kodak, ma soprattutto con lavori molto
impegnativi che ha realizzato viaggiando nei luoghi del mondo che
predilige, dall’India alla Birmania, dall’Afghanistan alla Cambogia,
ma anche in Giappone, in Italia, in Brasile, in Africa, e
continuando una ricerca iniziata negli anni 70 con il portfolio
realizzato in India e poi con il primo importante reportage in
Afghanistan.
Per questo, dopo aver accompagnato McCurry in un progetto espositivo
di così lungo respiro, Civita e SudEst57 hanno deciso di realizzare
una nuova mostra, per presentare il suo lavoro in una nuova
prospettiva, che, a partire dai suoi inimitabili ritratti, si spinge
“oltre lo sguardo”, alla ricerca di una dimensione quasi metafisica
dello spazio e dell’umanità che lo attraversa o lo sospende con la
sua assenza. Oltre le porte e le finestre, oltre le cortine e le
sbarre, oltre il dolore e la paura. Tra linee di fuga e riflessi che
si confondono con le architetture della Villa Reale in un suggestivo
gioco di rimandi. La mostra si sviluppa a partire dai lavori più
recenti di Steve McCurry e da una serie di scatti che sono legati a
questa sorprendente ricerca, anche se non mancano alcune delle sue
immagini più conosciute, a partire dal ritratto di Sharbat Gula, che
è diventata una delle icone
assolute della fotografia mondiale.
Oltre a presentare una inedita selezione della produzione
fotografica di Steve McCurry, la rassegna intende raccontare
l’avventura della sua vita e della sua professione, anche grazie ad
una ricca documentazione e ad una serie di video costruiti intorno
alle sue “massime”. Per seguire il filo rosso delle sue passioni,
per conoscere la sua tecnica ma anche la sua voglia di condividere
la prossimità con la sofferenza e talvolta con la guerra, con la
gioia e con la sorpresa. Per capire il suo modo di conquistare la
fiducia delle persone che fotografa: «Ho imparato a essere paziente.
Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina
fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te».
Ad una nuova mostra non poteva che corrispondere un allestimento del
tutto nuovo, progettato appositamente da Peter Bottazzi per
accompagnare il visitatore nel mondo di McCurry e stabilire un
dialogo con gli ambienti monumentali della Villa Reale appena
restaurata e la decorazione neoclassica che li caratterizza.
Steve McCurry oltre lo sguardo sarà a Villa Reale dal 30 ottobre
2014 con circa 150 immagini di grande formato, con una audioguida a
disposizione di tutti i visitatori e una serie di video nei quali,
in prima persona, l’artista racconta le immagini esposte, i suoi
viaggi e il suo modo di concepire la fotografia. Il percorso di
visita si apre nel monumentale corridoio degli Appartamenti privati
con una sorprendente galleria di ritratti e si sviluppa nelle sale
del Secondo piano nobile, ciascuna
delle quali è allestita intorno ad un tema iconografico, con un
richiamo alla scenografia teatrale e all’istallazione di arte
contemporanea.
In ogni scatto di Steve McCurry è racchiuso un complesso universo di
esperienze ed emozioni. Per questo non è solo uno dei più grandi
maestri della fotografia del nostro tempo, ma è un punto di
riferimento per un larghissimo pubblico, soprattutto di giovani, che
nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il nostro tempo
e, in un certo senso, "si riconoscono".
La mostra, curata da Biba Giacchetti e Peter Bottazzi, è promossa da
Nuova Villa Reale di Monza SPA, la società che ha realizzato i
restauri del Corpo Centrale della Villa ed oggi ne è concessionaria
in collaborazione con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza,
istituito dalle Amministrazioni pubbliche e in particolare da MIBACT,
Regione Lombardia, Comune di Milano,
Comune di Monza e Confindustria Monza e Brianza.
STEVE McCURRY, oltre lo sguardo è organizzata e prodotta da Cultura
Domani, la società costituita da Italiana Costruzioni e Civita per
la gestione dei servizi di accoglienza e assistenza alla visita
della Villa Reale.
All’interno della mostra anche gli scatti del Calendario Lavazza
2015 e i ritratti degli Earth Defenders, protagonisti di storie di
quotidiano eroismo: donne e uomini che ogni giorno con coraggio,
orgoglio e dedizione difendono i propri progetti in Africa.
La mostra è accessibile con il biglietto di ingresso del Secondo
Piano Nobile con le sale da poco restaurate e del Belvedere,
dove a breve sarà allestito lo spazio della Triennale.
Il biglietto comprende inoltre una audioguida della mostra a
disposizione di tutti i visitatori.
Orari :da martedì a venerdì, dalle ore 10 alle18.Sabato,
domenica e festivi, dalle ore 10 alle 19. Lunedì chiuso -Lunedì 8
dicembre apertura straordinaria, dalle 10 alle 18 .La mostra sarà
aperta regolarmente durante le festività natalizie. La biglietteria
chiude un’ora prima.
Biglietti Il biglietto dà accesso agli Appartamenti privati al
secondo piano nobile della Villa, dove è allestita la mostra, e agli
spazi del Belvedere Intero 12 € -Ridotto 10 € per gruppi di almeno
15 persone, insegnanti e apposite convenzioni - Ridotto speciale 4 €
per scuole e minori di 18 anni -Gratuito minori di 6 anni, disabili
e accompagnatore, tesserati ICOM, giornalisti con tesserino, guide
turistiche, due insegnanti per scolaresca, 1 accompagnatore per
gruppo di adulti . Cumulativo, per tutti gli ambienti della Villa
Reale Intero 18 € Ridotto 15 € per gruppi di almeno 15 persone e
apposite convenzioni Ridotto speciale 5 € per scuole e minori di 18
anni Gratuito per minori di 6 anni, disabili e un accompagnatore,
tesserati Icom, giornalisti con tesserino, guide turistiche, due
insegnanti per scolaresca, 1 accompagnatore per gruppo di adulti.
Visite guidate e attività didattiche Su prenotazione, per gruppi
di massimo 25 persone 100 € per gruppi 70 € per scuole 120 € in
lingua straniera -90 € per laboratori didattici
PRENOTAZIONI:1,5 € a persona - 1 € a studente per le scuole e per
i biglietti gratuiti
Informazioni e prenotazioni www.mostrastevemccurry.it
tel. 199 15 11 40 dall’estero 02 89 09 69 42 -*Attivo
lunedì-venerdì, ore 9-18. Sabato, ore 9-12. Non attivo domenica e
festivi.
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Henri Cartier-Bresson
Mostra retrospettiva dal Centre G. Pompidou di Parigi
Una foto, una storia. La fotografia come ”racconto del quotidiano”
“A
volte mi chiedono: ‘Qual è la foto che preferisci tra quelle che hai
realizzato?’.Non saprei, non mi interessa. Mi interessa di più la
mia prossima fotografia, o il prossimo luogo che visiterò.”
Henri Cartier-Bresson (
Vedere è tutto, Contrasto
)
Dopo le varie celebrazioni dell’arte
fotografica di Robert Capa, ora è la volta di Henri
Cartier-Bresson mostra retrospettiva curata da Clément Chéroux,
che sarà esposta a Roma fino al 25 gennaio 2015, presso il Museo
dell’Ara Pacis. La grande esposizione, realizzata dal Centre
Pompidou di Parigi in collaborazione con la Fondazione Henri
Cartier-Bresson, è promossa da Roma Capitale Assessorato alla
Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza
Capitolina ai Beni Culturali e prodotta da Contrasto e
Zètema Progetto Cultura ed è presentata a dieci anni esatti
dalla morte dell’Autore. Clément Chéroux è storico della fotografia
e curatore presso il Centre Pompidou, Musée national d’art
moderne.Il genio per la composizione, la straordinaria intuizione
visiva, la capacità di cogliere al volo i momenti più fugaci come i
più insignificanti, fanno di Henri Cartier-Bresson (1908 – 2004) uno
dei più grandi fotografi del ventesimo secolo.Nel corso della sua
lunga carriera, percorrendo il mondo e posando lo sguardo sui grandi
momenti della storia, è riuscito a unire alla potenza della
testimonianza la poesia dell’imago.
Tre periodi scandiscono la sua opera:
il primo, dal 1926 al 1935, durante il quale Cartier-Bresson
frequenta i Surrealisti, compie i primi passi nella fotografia ed
affronta i suoi primi grandi viaggi; il secondo, dal 1936 al 1946,
corrisponde al periodo del suo impegno politico, del lavoro per la
stampa comunista e dell’esperienza del cinema; il terzo periodo, dal
1947 al 1970, va dalla creazione della cooperativa Magnum Photos –
che lo vede sodale del già citato Robert Capa, pure tra i padri
fondatori della mitica agenzia, fino alla fine della sua
attività di fotografo.Riduttivo sarebbe dunque individuare nella
sola nozione di ‘istante decisivo’ , per lungo tempo la chiave
principale di lettura delle sue immagini, la sintesi del suo lavoro.
Questa retrospettiva
ripercorre cronologicamente il suo iter professionale ed
esistenziale, con l’intento di mostrare che non c’è stato ‘un solo’
Cartier-Bresson, ma diversi.
La mostra propone, infatti, una nuova lettura dell'immenso corpus
delle sue immagini, coprendo l’intera vita professionale del
fotografo. Esposte oltre 500 opere tra fotografie, disegni, dipinti,
film e documenti, riunendo le più importanti icone ma anche le
immagini meno conosciute del grande maestro: 350 stampe vintage
d’epoca, 100 documenti tra cui quotidiani, ritagli di giornali,
riviste, libri manoscritti, film, dipinti e disegni. L’itinerario
espositivo offre una doppia visione: traccia la storia dei lavori di
Cartier-Bresson, per mostrare l’evoluzione del suo cammino artistico
in tutta la sua complessità e varietà, e, al tempo stesso, raccoglie
e ‘rappresenta’ la storia del XX secolo attraverso il suo sguardo di
fotografo. Dal Surrealismo alla Guerra Fredda, dalla Guerra Civile
Spagnola alla seconda Guerra Mondiale e alla decolonizzazione,
Cartier-Bresson è stato uno dei grandi testimoni della nostra storia
– e tutte queste esperienze lo assimilano, ancora una volta a Capa
- ‘l’occhio del secolo’, come giustamente è stato definito. Il
percorso espositivo è diviso in nove parti. Dopo una Introduzione,
le altre sezioni corrispondono alle diverse fasi della vita e
del lavoro di Cartier-Bresson:
1- Prime fotografie: gli anni
di apprendistato, i rapporti con gli americani a Parigi, le
influenze fotografiche, il viaggio in Africa.
2- Viaggi fotografici: il
Surrealismo, il ‘caso oggettivo’, le peregrinazioni fotografiche in
Spagna, Italia, Germania, Polonia e Messico.
3- L’impegno politico:
New York con Paul Strand e il Nykino group, Parigi con Jean Renoir e
l’Associazione degli artisti e scrittori rivoluzionari (AEAR), la
stampa comunista con Robert Capa e Louis Aragon.
4- Le guerre: il film sulla
Guerra civile spagnola, l’attività durante la Seconda guerra
mondiale (fotografo dell’esercito, prigioniero, fuggiasco,
combattente della Resistenza) per documentare il ritorno dei
prigionieri.
5- Il reporter: La fondazione
dell’Agenzia Magnum Photos, i reportage in Cina e in India, i
funerali di Gandhi.
6- Il reporter professionista:
Il primo fotogiornalista a entrare in URSS dopo la morte di Stalin.
E poi Cuba, “L’Uomo e la Macchina” e la serie Vive la France.
7- La fotografia dopo la fotografia:
La fine dei reportages e una fotografia più contemplativa.
Ricompare il disegno.
8- Ricognizione: il tempo
della ricognizione, la riconsiderazione degli archivi (dai documenti
al lavoro), mostre retrospettive e libri. La cosiddetta
iconizzazione di Henri Cartier-Bresson.
La mostra è accompagnata da un ampio ed esaustivo catalogo
(pubblicato da Contrasto) con saggi di studiosi, esperti e testi
inediti di Cartier-Bresson.
di Maria Cristina
Nascosi Sandri
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I COLORI del SACRO. IL
VIAGGIO
Rovigo,
Palazzo Roverella
dall'11 ottobre
all'11 gennaio
2015
Giovanni Manna: La famiglia Bergoglio
arriva in Argentina
Il viaggio, il rito di
passaggio e di crescita per eccellenza,
è il tema conduttore della settima edizione della rassegna
internazionale di illustrazione “I colori del Sacro”, curata da
Andrea Nante, direttore del Museo Diocesano di Padova.
La mostra arriva a Palazzo Roverella (da oggi fino all’11 gennaio
prossimo) dopo essere stata visionata a Padova da più di 30 mila
persone e prima di iniziare un iter - un viaggio, a sua
volta di crescita, tutto suo, è proprio il caso di dirlo, che la
porterà in numerose altre città italiane. L’appuntamento
autunnale con la grande illustrazione è ormai una costante nella
programmazione di Palazzo Roverella. Nella strategia della
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che propone la
mostra in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei
Concordi, questi appuntamenti sono l’occasione privilegiata per
avvicinare le famiglie e i più giovani all’attività della sede
espositiva. “I colori del sacro. Il viaggio” ancora una volta
registra l’interesse degli illustratori e una qualità crescente
delle proposte: oltre 140 le opere di 68 illustratori, selezionati
fra più di 300 partecipanti. Artisti provenienti da tutto il mondo
che, nei modi più svariati e originali, hanno indagato ed esplorato
il tema di questa edizione, nelle sue molteplici dimensioni. C’è chi
rilancia il senso della vita o il raggiungimento di un fine ultimo;
chi legge il passare del tempo; chi interpreta il viaggiare della
propria mente. Non mancano le suggestioni bibliche con il
peregrinare nel deserto, la vicenda di Giona che visse nella balena,
i discepoli sulla via di Emmaus, il percorso dei Re Magi, la
traversata del mar Rosso. Numerosi anche gli incroci con il
personale quotidiano: il viaggio tra le proprie emozioni e
inquietudini; il dramma di chi lascia la propria casa e cerca una
meta migliore per il futuro: il viaggio quotidiano del lavoro che ci
cambia la vita, ci disorienta, ci riempie di sollecitazioni, ci fa
intrecciare le strade di molti...Sono opere cariche di fascino e
suggestioni, ora gioiose, ora malinconiche, in alcuni casi
incentrate su viaggi intimi e personali, altre volte invece su
viaggi corali e di gruppo.
«Questa mostra – scrive, tra l’altro, Andrea Nante nel
catalogo – rappresenta davvero l’intero mondo, un vero “viaggio”
attraverso le tecniche dell’illustrazione, ma soprattutto nelle
culture, nelle storie, nel vissuto dei popoli che nel viaggio
trovano un elemento di lettura esistenziale, religiosa, filosofica.
Visitarla sarà “un’esperienza” vera e propria per il pubblico di
tutte le età, invitato anche a far crescere l’esposizione con
contributi personali».
di Maria Cristina Nascosi Sandri
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Milano,
23 settembre 2014 – E’ stato presentato oggi a Palazzo Reale
memoMI, il museo virtuale della
memoria di Milano, un progetto innovativo che nasce da un lavoro
di ricerca condotto in collaborazione con archivi pubblici e
privati per raccogliere materiale [...]
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MAN RAY - Villa Manin Passariano, Codroipo (Udine)
13
settembre 2014 – 11 gennaio 2015
Azienda
speciale Villa Manin - Piazza Manin 10, 33033 Passariano, Codroipo
(Udine)
www.villamanin.it - e-mail:
info@villamanin.it tel: +39 0432 821211
Dal 13 settembre 2014 all’11 gennaio 2015 Villa Manin presenta una
grande mostra dedicata a Man Ray (1890-1976) a cura di
Guido Comis e Antonio Giusa e con la collaborazione della
Fondazione Marconi, Milano. Con oltre 300 opere, fra fotografie,
oggetti, dipinti, disegni e film sperimentali, l’esposizione
ripercorre la vita e l’opera di uno degli artisti più significativi
del Novecento, autore di vere e proprie icone del secolo scorso,
come Le Violon d’Ingres, figura femminile con due intagli di violino
sulla schiena e Cadeau, ferro da stiro con la piastra percorsa da
una fila di chiodi. La straordinaria inventiva di un artista, allo
stesso tempo fotografo, pittore, ideatore di oggetti e autore di
cortometraggi cinematografici, viene raccontata attraverso un ricco
percorso espositivo che permette così di scoprire, oltre
all’artista, anche Man Ray uomo e di seguirlo nella lunga e
movimentata carriera fra Stati Uniti ed Europa, fra amori e
amicizie. Per Man Ray non esiste infatti distinzione fra arte e
vita, fra interesse estetico e sentimentale, fra desiderio e
invenzione visiva. Pur mettendo in evidenza le diverse espressioni
dello stile dell’artista, talvolta quasi disorientanti nel loro
carattere enigmatico, la mostra permette di cogliere gli elementi
di continuità nell’opera di Man Ray, le curiosità e le ossessioni
che la punteggiano.
I temi della mostra. -
La mostra attraversa tutta
la vita dell’artista: dagli anni d’esordio fra New York e Ridgefield
- New Jersey, sede di una vivace colonia di artisti - alle prime
opere dadaiste; dall’arrivo a Parigi nel 1921, alla fuga dalla
Francia occupata dopo un ventennio di attività intensissima; dagli
anni di Hollywood, dove Man Ray si stabilisce al ritorno in America,
agli ultimi due decenni di vita trascorsi a Parigi. Non si tratta
tuttavia di un iter semplicemente cronologico, ma di un percorso
articolato in una successione di approfondimenti che hanno per tema
la scoperta della vocazione all’arte, il rapporto con gli amici
artisti e il contributo alla definizione dell’estetica dadaista e
surrealista, l’elaborazione di tecniche fotografiche come il
rayograph e la solarizzazione, l’immagine della donna, le
sperimentazioni cinematografiche e altri ancora.
Gli amici artisti. -
Già a partire dal periodo
newyorchese, quando strinse amicizia con Marcel Duchamp, e a maggior
ragione negli anni parigini, Man Ray frequentò molti fra i più
importanti artisti del Novecento: oltre al citato Duchamp, Francis
Picabia e Pablo Picasso, poi Henri Matisse, Giorgio De Chirico e
Constantin Brancusi, solo per citare alcuni nomi. L’esposizione
mette in evidenza il sodalizio sia umano che creativo con queste
figure e molte altre attraverso gli indimenticabili ritratti a cui
Man Ray affidò il loro ricordo, ma anche attraverso opere di Man Ray
stesso o degli artisti citati che testimoniano le curiosità e gli
ambiti di ricerca condivisi.
La figura femminile.-
Così come dalle amicizie
con i colleghi artisti, la vita e l’opera di Man Ray furono segnate
dall’incontro con donne affascinanti: Kiki de Montparnasse, Lee
Miller, Meret Oppenheim, Juliet Browner e molte altre che non furono
solo modelle e, spesso, amanti, ma vere e proprie muse capaci di
ispirare, attraverso il proprio corpo, alcune delle sue opere più
celebri: dal Violon d’Ingres, che ha per protagonista Kiki, alla
Erotique Voileé, serie fotografica nata dalla collaborazione con
Meret Oppenheim, per giungere ai magnifici ritratti che Man Ray
scattò alla moglie Juliet Browner nel corso degli anni. Oltre a
un’ampia selezione di fotografie femminili la mostra presenta opere
in cui i corpi delle delle donne si fondono con architetture,
oggetti geometrici, forme inanimate. L’erotismo di queste immagini
lascia trapelare anche l’interesse per il marchese De Sade, che
grande influenza esercitò sugli artisti surrealisti.
Man Ray e il cinema.
La creatività di Man Ray
si espresse anche nei film sperimentali girati negli anni Venti:
Retour à la raison, Emak Bakia, Les Mystères du Chateau du dé,
Etoile de mer, testimonianze di eccezionale inventiva nell’uso della
cinepresa e oggi unanimemente considerati fra i capolavori della
cinematografia surrealista. A documentare questa manifestazione del
talento visivo dell’artista ci sarà un’apposita sezione curata da
Carlo Montanaro. I film saranno inseriti nel percorso espositivo e
saranno proiettati nell’ambito del ciclo di iniziative collaterali
che saranno ospitate sempre a Villa Manin.
Accompagna l’esposizione un catalogo edito da Skira con le immagini
delle opere esposte, i contributi critici di Guido Comis, Antonio
Giusa, Janus, Carlo Montanaro e con un ricordo dell’artista di
Giorgio Marconi.
Villa Manin -
L’esposizione e gli
eventi collaterali saranno ospitati all’interno del maestoso
complesso di Villa Manin, tra i monumenti artistici più
significativi del Friuli Venezia Giulia e fra i simboli più
conosciuti del turismo e della cultura regionale, situato a
Passariano, Codroipo, in provincia di Udine. Fatta edificare nel
Seicento da Ludovico I Manin per celebrare la ricchezza e la potenza
della sua casata, con il suo parco secolare di diciotto ettari,
negli anni Villa Manin è stata testimone di importanti vicende
storico-politiche del territorio: alla fine del XVIII secolo,
all’epoca dell’ultimo doge di Venezia Ludovico Manin (1789-1798),
divenne quartier generale delle truppe francesi capitanate da
Napoleone Bonaparte mentre successivamente nelle sale della dimora
dogale si svolsero importanti trattative che portarono al “Trattato
di Campoformido" (17 ottobre 1797), con il quale venne sancita la
fine della Repubblica di Venezia a favore dell’Impero Asburgico.
Questo momento segnò l’inevitabile decadimento della dinastia dei
Manin. Così, dopo la metà Azienda Speciale VILLA MANIN Piazzale
Manin 10, Passariano - 33033 Codroipo (UD) Italy T +39 0432 821211 F
+39 0432 821229
www.villamanin.it
– P.I. 02328020306 del Novecento, la Villa fu acquistata dall’Ente
per le Ville venete ed in seguito, nel 1969 dalla Regione Autonoma
Friuli Venezia Giulia, attuale proprietario che attraverso l’Azienda
speciale Villa Manin ne valorizza il patrimonio architettonico e
ambientale, oltre a promuovere e gestirne le attività culturali.
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Il Festival èStoria
nelle trincee della Grande Guerra
Trincee è il
titolo scelto per l'edizione 2014 di èStoria - Festival
internazionale della Storia, in programma a Gorizia dal 22 al 25
maggio 2014. Giunto quest'anno alla decima edizione, il Festival
sarà dedicato al centenario della Grande Guerra e vedrà riuniti a
Gorizia i maggiori studiosi del settore provenienti da tutto il
mondo.Oltre
cento eventi tra convegni, mostre, proiezioni, letture e laboratori
didattici . “Trincee” – si diceva - è
il titolo scelto quest’anno dalla manifestazione diretta da Adriano
Ossola, che nel presentarla ha ricordato l’importanza
dell’anniversario per la città e il territorio circostante: «Dal
momento in cui l’Italia entrò in guerra la soglia di Gorizia
divenne, com’è noto, la più ambita sia dal punto di vista materiale
che simbolico per entrambe i contendenti e le battaglie sull’Isonzo
costituirono in Italia “la” Grande Guerra per definizione»;
l’evento bellico, ha aggiunto, costituisce uno snodo «ancora
oggi in parte irrisolto nell’identità cittadina»; il festival
intende restituire «alla guerra carsico-isontina la rilevanza
internazionale che già possedeva durante il conflitto» e arricchire
questo approccio «con il ricorso alla memoria letteraria, musicale,
teatrale e filmica». Il calendario prevede oltre cento eventi
tra convegni, presentazioni, dialoghi, mostre, proiezioni di film,
laboratori e altre iniziative, in diversi luoghi della città: i
giardini pubblici di Corso Verdi, Piazza Cesare Battisti, Piazza
Vittoria e Via Rastello. Tra i convegni spicca quello organizzato
dal Comitato Storico Internazionale diretto da Paolo Mieli, al quale
sono attesi studiosi di fama mondiale. La sezione dedicata alle
testimonianze sarà inaugurata da un concerto di Uto Ughi sul Monte
Santo, nello stesso luogo in cui cento anni fa, appena conquistato
durante la battaglia della Bainsizza, il grande maestro Arturo
Toscanini lì diresse una banda. Interverrà, tra gli altri, John
Hemingway, nipote del grande scrittore Ernest.“La Storia in testa” è
un percorso di presentazioni editoriali, dibattiti, incontri
commemorativi e mostre. Sarà consegnato il Premio Friuladria “Il
romanzo della Storia” a Max Hastings. “Leggere la guerra” proporrà
readings di poesia e narrativa (da ‘classici’ quali E.
Hemingway, E. M. Remarque, S. Zweig ed E. Jünger) con le voci di
attori come Giuseppe Battiston, Massimo Popolizio, Luciano Virgilio,
Anita Kravos e studiosi del calibro di Quirino Principe. Sempre in
tema di lettura, Giorgio Dell’Arti, nelle “Colazioni con la Storia”,
commenterà le notizie del giorno e rileggerà i giornali del 1914.
Numerosi gli ospiti attesi, tra i quali Frédéric Attal, Sergio
Romano, Edward Luttwak, Brendan Simms, Federico Rampini, Giordano
Bruno Guerri, Ian Beckett, Giorgio Cosmacini, Massimo Teodori. La
manifestazione offrirà, inoltre, appuntamenti di cinema, teatro e
gastronomia e laboratori per bambini. Tra le proiezioni, The
Battle of the Somme, il primo documentario realizzato durante
il conflitto, Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick e
filmati inediti provenienti dal Filmarchiv di Vienna. Il programma
espositivo comprende, tra le altre, le mostre “Terra e Guerra”,
organizzata dall’Ersa – Ente Regionale per lo Sviluppo Agricolo,
quella sul centenario della Croce Rossa Italiana e “I soldati ebrei
austro-ungarici sul fronte dell’Isonzo”. Saranno organizzate quattro
escursioni nei luoghi della Prima Guerra Mondiale, una delle quali
nei posti di Addio alle armi di Hemingway, e sarà
presentata la Borsa Europea del Turismo della Grande Guerra.
di Maria Cristina
Nascosi Sandri
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"Fermiamo
Mr. Burns"
Il nucleare
incubo o risorsa di cui non si può far senza? Nell'ultimo periodo il
tema del nucleare è ricomparso nel dibattito politico e sociale del
nostro paese, nonostante...
[leggi]
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